...è altrettanto affascinante a livello faunistico, non è raro vedere presso le sponde del lago cervi e camosci, mentre eccezionalmente si avvistano linci ed aquile reali, tra la flora spicca il Pino Nero, la Scarpetta di Venere (meravigliosa orchidea) e il Giaggiolo.
Nel Parco Nazionale d’Abruzzo sono presenti molti hotel in Abruzzo, come gli hotel di Pescasseroli: ideali per una vacanza in montagna in Abruzzo.
A seguito del censimento effettuato durante l’estate presso il Parco Nazionale d’Abruzzo, sono molto positive le notizie riguardanti il numero dei cuccioli contati. Undici nuovi orsetti infatti, popolano il parco. Di questi, 8 nel settore abruzzese e 3 nel settore molisano. La lieta notizia è stata diffusa dal parco e dal progetto europeo Arctos, che dal 2006
ha l’incarico di contare gli orsi marsicani.
Dal 2006 ad oggi, la tendenza rilevata è molto positiva: su 40 esemplari circa la metà sono femmine. Di queste, quelle riproduttive vanno dai 3 ai 7 esemplari con una stima di 5/13 cuccioli nati in un anno. Si tratta di buoni numeri, considerando le ridotte dimensioni della popolazione di questo esemplare di orso.
Il problema di maggior rilievo, è determinato dalla mortalità dei cuccioli nell’arco del primo anno di vita, che può toccare punte del 50%. Fortunatamente, le condizioni di salute dei nuovi nati, sembrerebbe scongiurare una tale evenienza.
La conta delle femmine con i cuccioli, avviene mediante una tecnica già sperimentata negli Usa e rientra nel progetto Life Arctos, coinvolgendo più di 40 persone tra personale del Parco, guardie dei Servizi Sorveglianza e volontari, attraverso la coordinazione dell’Ente e del Dipartimento di Biologia dell’università La Sapienza di Roma.
Da questa indagine si ricavano utili informazioni sulla produttività della popolazione, sul numero dei cuccioli nati ogni anno, su quelli che sopravvivono da un anno all’altro e sulla sopravvivenza degli esemplari adulti.
L’orso bruno marsicano, simbolo del parco d’Abruzzo, è una sottospecie differenziata geneticamente dagli orsi delle Alpi, rappresentando così, un endemismo esclusivo del centro Italia.
I recenti risultati ottenuti, rappresentano sicuramente un buon risultato circa la ripresa della popolazione di questa specie.
Chiaramente però, non possibile sottovalutare i rischi ed i pericoli che restano comunque presenti.